Il viaggio da Santa Marta a Cartagena, che all’inizio sembrava una passeggiata rilassante, si rivelò ben presto un viaggio infinito e distruttivo. Il bus andava rallentando non appena vedeva gente, e il solito “bigliettaio” apriva la porta gridando “Cartagena, Cartagena”. A volte addirittura saltava dal bus in movimento e scompariva. Dopo qualche minuto e qualche centinaio di metri più in là, riappariva magicamente con almeno 2 persone dirette alla nostra stessa città.
Arriviamo stanchissimi, dopo circa 250km in quasi sei ore, ma nell’hotel più bello e altrettanto costoso del viaggio.
Le zanzare adesso ci sono, ma abituato a quelle di Milano potrei anche non mettere il repellente. Sono lente, si ammazzano facilmente e le loro punture al confronto fanno quasi il solletico.
I miei capelli sono un po’ più corti da quando prima di partire per questo tour decisi di provare l’esperienza di un barbiere colombiano a Cali. Poche parole, a differenza dei lunghissimi discorsi affrontati dai barbieri italiani, e tanti capelli in meno. Ma il bello di un viaggio èproprio vivere i posti come se ci stessi abitando.
Ho capito presto che le distanze e il tempo sono proprio come quelli siciliani: i chilometri si triplicano ed anche i minuti. Se qualcuno ti dice “10 minuti”, moltiplica almeno per tre. Se pensi di percorrere 100 km in bus, immagina che siano almeno 300.
Quante cose in comune con la mia terra.